
Sergio Maistrello, La parte abitata del la Rete, Tecniche Nuove, 2007, (I ristampa: marzo 2008), ISBN 978-88-481-1972-6, pagine 184
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RECENSIONI: sul sito di Maistrello, The blog’s book, LIBRI, programmazione.it
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L’AUTORE
Sergio Maistrello è un giornalista freelance, dal 2006 è direttore capo di Apogeonline (www.apogeonline.com). Possiede un ricco blog: il blog di Sergio Maistrello, con informazioni sulle sue attività ed i suoi interessi.
Sergio Maistrello è un giornalista freelance, dal 2006 è direttore capo di Apogeonline (www.apogeonline.com). Possiede un ricco blog: il blog di Sergio Maistrello, con informazioni sulle sue attività ed i suoi interessi.
IL LIBRO
Nel libro da una visuale molto illuminata sul ruolo che deve avere le tecnologie nella comunicazioni e quindi di come devono essere: facili da usare, alla portata di chiunque, per creare un sistema in cui i contenuti non sono “organizzati secondo sovrastrutture concettuali, ma in base all’unità di misura della società”.
I siti Web non devono far in modo di trattenere a tutti i costi il lettore sulle proprie pagine, ma fornirgli gli indirizzi di tutto quanto ritenuto interessante.
Fa notare come le cose che meglio funzionano in rete sono collaborative.
Interessante è il discorso sull’entropia di Internet: il disordine è nella sua natura, è la sua ricchezza. La scrematura, la filtratura spetta al lettore, che deve affinare il suo senso critico: tutti hanno diritto di scrivere, sono io che devo decidere cosa leggere!
A questo proposito indica la nuova tendenza sul controllo dell’affidabilità: la dimensione collettiva e collaborativa della rete permette di dare un nuovo indice di validità ad un contenuto: il numeo di collegamenti ipertestuali che questo si guadagna. (criterio usato da motori di ricerca come Google)
Il libro prende quindi in esame i vari strumenti della “parte abitata della rete”: blog, wiki, podcast, aggregator, social network, facendo una analisi che denota una competenza tale sulle tecnologie che gli permette di relegarle al giusto posto.
LE MIE RIFLESSIONI
Poiché io ho iniziato a insegnare le tecnologie, poi ad insegnare (ad insegnare) con l’uso delle tecnologie, ed ora insegno nelle tecnologie (vedi ambienti di apprendimento), ma nel profondo, resto un’informatica, questo libro mi ha fatto riflettere:
Nel libro da una visuale molto illuminata sul ruolo che deve avere le tecnologie nella comunicazioni e quindi di come devono essere: facili da usare, alla portata di chiunque, per creare un sistema in cui i contenuti non sono “organizzati secondo sovrastrutture concettuali, ma in base all’unità di misura della società”.
I siti Web non devono far in modo di trattenere a tutti i costi il lettore sulle proprie pagine, ma fornirgli gli indirizzi di tutto quanto ritenuto interessante.
Fa notare come le cose che meglio funzionano in rete sono collaborative.
Interessante è il discorso sull’entropia di Internet: il disordine è nella sua natura, è la sua ricchezza. La scrematura, la filtratura spetta al lettore, che deve affinare il suo senso critico: tutti hanno diritto di scrivere, sono io che devo decidere cosa leggere!
A questo proposito indica la nuova tendenza sul controllo dell’affidabilità: la dimensione collettiva e collaborativa della rete permette di dare un nuovo indice di validità ad un contenuto: il numeo di collegamenti ipertestuali che questo si guadagna. (criterio usato da motori di ricerca come Google)
Il libro prende quindi in esame i vari strumenti della “parte abitata della rete”: blog, wiki, podcast, aggregator, social network, facendo una analisi che denota una competenza tale sulle tecnologie che gli permette di relegarle al giusto posto.
LE MIE RIFLESSIONI
Poiché io ho iniziato a insegnare le tecnologie, poi ad insegnare (ad insegnare) con l’uso delle tecnologie, ed ora insegno nelle tecnologie (vedi ambienti di apprendimento), ma nel profondo, resto un’informatica, questo libro mi ha fatto riflettere:
- su qual è il giusto peso da dare alla conoscenza delle tecnologie, in relazione al contesto
- sull’importanza di saper usare le cose e non saperle descrivere con la giusta terminologia
- su quando sia importante capire il processo, quando solo ottenere il risultato.
L’uso nel libro di termini geografici, le similitudini con tipi di residenze, tipi di viaggi, ecc, aiutano a far capire al povero tecnico qual è la giusta dimensione da dare alla componente tecnologica.
Ottimo spunto per queste ad altre riflessioni gli avverbi associati ad Intrnet: è un ALTROVE e un DOVUNQUE
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